- Come sta procedendo il recupero fisico? Sarai in grado di essere presente a Cortina?
A questo punto tutte le mie possibilità di gareggiare a Cortina sono fuori discussione. Ho incontrato il mio medico il 26 gennaio e abbiamo deciso insieme di aspettare ancora un po' prima di prendere una decisione sulle misure da intraprendere per il recupero. Nel peggiore dei casi dovrò sottopormi ad un intervento chirurgico per stabilizzare le vertebre. Tutto il resto del mio corpo sopra e sotto la C7 è completamente a posto, cosa di cui sono grato.
- Sei riuscito a emergere quest'anno perché era il momento giusto dopo tutta la preparazione che hai avuto o c’è qualcosa che ti ha rallentato pe raggiungere questo traguardo prima?
Credo che il mio successo quest'anno derivi dalla mia strategia accurata e dalle capacità che sono riuscito a sviluppare in modo sistematico e costante, sebbene lentamente, negli ultimi cinque anni circa. Nell'ultimo anno ho iniziato davvero a sentirmi di appartenere ai Mondiali e non solo di partecipare ai margini di esso. È fondamentale avere quella fiducia in te stesso per competere ai massimi livelli. Gli infortuni mi hanno rallentato all'inizio della mia carriera, ma penso che la conoscenza dello sport che ho acquisito negli ultimi 3 anni sia quella mi ha spinto dove sono adesso.
- Cosa ne pensi dei tanti infortuni che si stanno verificando in Coppa del Mondo? Hai qualche idea per limitarli?
Avendo subito un infortunio in precedenza, aver visto alcuni dei miei compagni di squadra più stretti attraversare la stessa brutta esperienza in passato e oggi dover affrontare tutto questo di nuovo sulla mia pelle è certamente straziante. Non ci si augura mai di subire un infortunio, né per sé stessi né per i più acerrimi avversari, ma la realtà è che fa parte delle gare di sci. Fa parte del gioco al quale tutti noi dobbiamo giocare. È difficile sapere se c’è una causa dietro così tanti infortuni in questa stagione, ma di certo sembra ce ne siano tante. Finché non sapremo le vere cause di questi infortuni non c’è modo di apportare delle modifiche in modo accurato per diminuire il tasso di infortuni in futuro. La mia ipotesi migliore è che il livello dello sci sia in continua evoluzione e stia progredendo a tal punto che anche i rischi imprevisti siano visibili. Abbiamo un detto negli Stati Uniti: " you gotta risk it for the biscuit” “per aver successo devi correre il rischio” - e penso che questo la dica tutta sulla natura stessa di questo sport. Gli sciatori devono spingersi oltre le proprie capacità per avere successo e il costo di tutto questo è prendersi il rischio.
- Quanto c’è di "Barbara" nella tua crescita tecnica?
Mia madre mi ha insegnato a sciare all'età di 2 anni, ma poi ha preso un posto in secondo piano nel mio sviluppo nelle gare di sci. Mia zia Lindy Cochran Kelley è stata in realtà la mia forza trainante nell’affiancarmi sempre durante il mio passaggio da sciatore veloce di 12 anni nel Northern Vermont Council alla squadra nazionale di sci degli Stati Uniti all'età di 18 anni. Detto questo, quando vedo vecchi video di sci o foto di mia madre, vedo molte somiglianze nelle nostre capacità tecniche, quindi le attribuisco alla genetica.
- Phil Mahre, Bill Johnson, Bode Miller, chi è il tuo preferito e chi ti ha ispirato di più?
Bode è stato il primo fenomeno delle gare di sci a cui sono stato presentato. La sua ascesa alla fama nei primi anni 2000 è avvenuta più o meno nello stesso periodo in cui io ho iniziato a gareggiare, quindi naturalmente è stato probabilmente il mio più grande idolo delle gare di sci da bambino, proprio come ogni altro ragazzo sciatore negli Stati Uniti della mia età. Ho sempre pensato che Bode e io avessimo un'educazione simile proveniente dalla costa orientale, essenzialmente essendo cresciuti nei boschi e quant'altro, e questo mi ha fatto credere che un giorno avrei potuto essere come lui.
- Oltre a te, il team USA DH è cresciuto molto quest'anno. Sono personali coincidenze o esiste un particolare tipo di lavoro tecnico svolto all'interno della squadra?
Il nostro successo quest'anno deriva principalmente dalla nostra grande squadra dinamica, da uno staff di allenatori stellare e da una programmazione sistematica e costante che si è andata a costruire negli anni. Quando vedi la nostra squadra, ti rendi conto che siamo tutti tipi di sciatori diversi. Queste differenze sono diventate i nostri punti di forza, dove ognuno di noi ha le proprie prospettive da portare e mettere insieme a quelle degli altri e che ci rendono tutti degli sciatori più forti alla fine. Inoltre avendo accesso ad ottime basi di allenamento come l'Alpe Cimbra (che rappresenta la nostra sede di preparazione in Europa) e la Copper Mountain, siamo stati in grado di allenarci continuamente ad un livello molto alto.
- Stai facendo una buona prestazione anche nello Slalom Gigante. Pensi che riuscirai ancora a migliorare in GS?
La gara dello slalom gigante sembra essere così competitiva in questo momento, soprattutto quando le condizioni sono buone per ogni sciatore. Negli ultimi anni ho dedicato molto lavoro alla mia GS e non sono ancora neanche lontanamente vicino al livello dei migliori sciatori in questo momento, ovvero Alexis Pinturault, Marco Odermatt e Filip Zubcic. Vorrei essere competitivo a quel livello, ma potrebbe essere al di là delle mie capacità data anche l’attenzione di cui ho bisogno per impegnarmi al massimo nello sci di velocità.
- Che tipo di assistenza e collaborazione ti offre Folgaria - Trentino?
Questa partnership che condivido con Folgaria - Alpe Cimbra - Trentino mi sta fornendo una serie di vantaggi che dovrebbero rendermi uno sciatore ancora migliore quando ritorno. Il primo vantaggio è il noto supporto della comunità che ha fiducia in me e che mi spinge a sforzarmi sempre di più per migliorare e continuare a crescere. Il secondo vantaggio è quello di ottenere l'accesso costante a condizioni di allenamento di alta qualità anche nella mid season così da poter continuare a crescere come sciatore durante tutto l'anno. Ed infine un terzo vantaggio è avere l'opportunità di portare visibilità al Trentino e formare un legame duraturo tra la coppa del mondo e la sua gente.
- Chi vincerà il DH a Cortina 2021?
Non sono mai stato a Cortina, quindi non so esattamente come sarà la pista. E’ più di una discesa e in questo caso punterei tutto sul campione del mondo del 2017 Beat Feuz.
- Ti ho conosciuto ai Mondiali Juniores 2012 di Roccaraso dove hai vinto 2 ori. Eri piuttosto timido e riservato. Sei ancora così? Descrivi te stesso.
Penso di essere meno timido ora, ma sono ancora riservato. Sono sempre stato introspettivo, ma competere su scala globale mi ha aiutato a uscire dal mio guscio. Mi piace anche pensare che ho radici forti e apprezzo da dove vengo; Non mi sono mai sentito come se dovessi fingere di essere qualcuno che non sono.
- Qual è l'obiettivo massimo che ti sei prefissato come atleta?
Il mio obiettivo più alto è quello di avere sempre un obiettivo da raggiungere e di continuare ad amare questo sport.