Cent'anni della Banda Folk di Folgaria

La coinvolgente storia di un’associazione che da un secolo rappresenta in musica la Magnifica Comunità di Folgaria

 
1923: Facciamo una banda! 

Nei primi anni Venti del Novecento, ancora duramente provate dalla Grande Guerra (1914-1918), le comunità degli Altipiani cercavano a fatica di costruire un nuovo futuro.
Dal Regno d’Italia giungevano i cosiddetti regnicoli, facoltosi borghesi curiosi di vedere le tanto declamate terre redente, i forti austriaci e i campi di battaglia.
Intuendo le potenzialità di quell’inatteso movimento turistico l’albergatore Federico Fait, gestore dell’Hotel Folgaria, propose, quale forma di intrattenimento, di costituire una banda musicale. Avviò risoluto un comitato promotore e raccolse tra i folgaretani i primi fondi necessari.
Fu così che, unanime, il 30 dicembre 1923 l’assemblea dei soci approvò l’adozione del primo statuto della Banda Alpina e un contratto con il maestro di musica Lino Addobbati. Folgaria stava per avere una banda!


4 maggio 1924: La prima uscita pubblica

Il maestro Addobbati si mise subito al lavoro e con lui gli aspiranti bandisti. Si effettuarono prove su prove e finalmente, il 4 maggio 1924, la Banda Alpina sfilò per Folgaria e in piazza San Lorenzo, dopo il vespro, tenne il suo primo concerto. Che fu un successo.


1927: La Banda Alpina Dopolavoro

Per statuto la Banda doveva essere apolitica. Ma ciò non la mise al riparo dalla forte ingerenza del fascismo, una presenza che si fece sempre più ingombrante, per certi aspetti inevitabile. Motivato da difficoltà finanziarie e da opportunità politiche il direttivo accettò, il 5 aprile 1927, la nuova denominazione di Banda Alpina Dopolavoro (i Dopolavoro erano un’istituzione fascista).
Il 4 novembre dello stesso anno al podestà Aldo Trevenzoli fu inoltre concessa la presidenza onoraria dell’associazione.
 
1938: La crisi degli anni Trenta 

Immagini dei primi anni Trenta mostrano la Banda e gruppetti di bandisti che accompagnano festosamente i turisti sull’altopiano dei Fiorentini, a Forte Sommo altoe a Passo Coe.
Poi tutto si fece difficile. La crisi globale partita nel 1929 negli Stati Uniti si era fatta sentire pesantemente anche in Europa.
Pressata dalle cambiali, la Banda Alpina si sciolse. Era il 1938. Poi arrivò la Seconda guerra mondiale
e molti ex bandisti partirono per i vari fronti.
 
1948: Una nuova banda 

Tra il 1944 e il 1945 il conflitto interessò l’altopiano, soprattutto negli ultimi giorni, prima della resa.
Quando tutto fu finalmente concluso i «vecchi» bandisti rispolverarono gli strumenti e, felici, sfilarono suonando per il centro di Folgaria. La guerra era finita!
Nel 1947 giunse un nuovo decano, don Simone Lauton. Fu lui a sollecitare un primo gruppo di suonatori e velocemente la Banda Alpina si ricompose. A spronarla fu chiamato Elio Grott, maestro di musica folgaretano, autodidatta, ma di grande talento.
Come nei tempi migliori, ripresero le sfilate lungo il paese e i concerti in piazza San Lorenzo.
 
1952: La devozione alla "Madonnina" 

La Banda Alpina è sempre stata molto devota alla «Madonnina» del santuario di Ecken, comunemente nota come la Madonna delle grazie.
Ancora oggi, da allora, accompagna in musica la tradizionale e partecipata processione dell’8 settembre, un evento che richiama fedeli e curiosi da tutte le frazioni dell’altopiano.
E ogni anno, per allietare la ricorrenza, bandisti e amici volontari allestiscono nei pressi una grande tensostruttura e danno vita alla Sagra della Madonnina.


1954: La promessa di Mons. Angelo Roncalli 

Il 5 agosto 1954 il santuario della Madonnina ebbe un visita illustre. Su mandato di Papa Pio XII giunse in visita il patriarca di Venezia mons. Angelo Roncalli, colui che nel 1958 sarebbe diventato il «Papa buono», il Papa del Concilio Vaticano II.
Mons. Roncalli portò con sé due coroncine d’oro che, nel corso di una solenne cerimonia, pose sul capo della Madonna e del Bambino.
A margine della cerimonia mons. Roncalli incontrò brevemente i bandisti, invitandoli calorosamente a fargli visita. «E non vi farò fare anticamera!», promise.


1959: Al cospetto del Papa


Eletto Papa, Giovanni XXIII si ricordò della promessa fatta. E invitò la Banda a fargli visita a Roma, nella basilica di San Pietro.
Emozionati, il 28 aprile 1959 i bandisti, nella loro prima divisa, accompagnati da una folta rappresentanza locale, presero il treno per la capitale. Il giorno dopo incontrarono il Papa ed ebbero l’onore di eseguire in sua presenza l’Inno pontificio.
Della delegazione fecero parte i campioni olimpionici dello sci Jerta Schir e Antenore Cuel.
 
1965: Lo scioglimento

Tra la seconda metà degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta la crescita turistica dell’altopiano fu impetuosa, incentivata dall’espansione del settore immobiliare e dalla crescita della proposta sciistica invernale. Aprirono nuovi negozi e nuovi alberghi.
Impegnati a fondo nelle varie attività commerciali e alberghiere, i bandisti presero a disertare le prove, le sfilate e i concerti. Si creò una forte situazione di disagio che spinse il direttivo alle dimissioni e alla conseguente cessazione dell’attività.
Le ultime apparizioni pubbliche si ebbero nell’estate del 1965.


1976: La ricostruzione 


Per ben undici anni la Banda fu assente dal panorama folgaretano.
Sembrava non dovesse più rinascere finché, nel marzo 1976, l’operatore commerciale Sergio Valle notò il grande successo riscosso da una formazione bandistica altoatesina che aveva sfilato per il centro di Folgaria in costume tradizionale.
Quello fu lo spunto che lo spinse ad agire: «Rifacciamo la Banda!» propose. E mise assieme un Comitato promotore.
Non secondario fu l’entusiasmo di Riccardo Gelmi, personaggio energico e pragmatico che nel ruolo di presidente diede una forte spinta al progetto.
Similmente con la sua verve e creatività il maestro di musica Gianni Caracristi coinvolse con entusiasmo i bandisti, quelli di un tempo e le giovani leve.
Ampiamente condivisa fu inoltre la proposta di dare al gruppo un nuovo costume, tradizionale, in stile tirolese, omaggio alla storia locale e del Trentino, fino al 1918 parte del Tirolo di lingua italiana.


Anni Ottanta e Novanta: la Banda della "Magnifica Comunità"

Nel giro di poco tempo la Banda Alpina, presto ridenominata Banda Musicale Folkloristica della Magnifica Comunità di Folgaria, colse vari successi, soprattutto in vari e prestigiosi concorsi di musica e di sfilata.
Rinforzata da un suggestivo gruppo coreografico costituito da vallette, mazziere, portabandiera e «tamburi imperiali», divenne ben presto un prestigioso biglietto da visita degli Altipiani e del Trentino, chiamata a esibirsi in tutta Italia e all’estero.









 
Anni Duemila: New York, il sogno infranto 

Il 21 ottobre 2003 la Banda sfilò a Praga per salutare l’ingresso della Repubblica Ceca nell’Unione Europea.
Il 9 ottobre 2006, nell’ambito delle Feste Valenciane, tenne invece un concerto al Palau de la Mùsica di Valencia (Spagna).
Nell’ottobre del 2000 fu inoltre invitata a New York, a sfilare per il Columbus Day 2001. Ma i tragici fatti dell’11 settembre annullarono dolorosamente l’evento.
Fu un sogno a lungo accarezzato, purtroppo infranto.


2020 - 2021: La Banda nonostante il Covid

Come è ben noto, dal 2020 al 2022 l’epidemia di Coronavirus-2 è stata una emergenza nazionale e internazionale. Anche la Banda andò in lockdown. Ma rimase viva.
Un video di quel periodo, visualizzato moltissimo sui social, mostra il maestro Luca Pezzedi che dirige i bandisti da remoto. Poi, finalmente, dal 2022, si è tornati alla normalità.




 
Buon centenario Banda! 

Archiviata l’epidemia, dal 2022 la Banda ha ripreso la sua attività ordinaria: ripristinati i corsi allievi, riprese le riunioni del direttivo e le assemblee dei soci, ripresa la programmazione dei concerti, dei concorsi, delle sfilate.
Riproposta anche la Sagra della Madonnina, la tradizionale e molto partecipata festa dell’8 settembre al santuario della Madonna delle Grazie.
Cent’anni nella vita di un’associazione sono tantissimi. Un secolo di entusiasmi, anche di delusioni, di battute di arresto e di riprese. Un secolo di attività, di musica, di socialità.
Protagonisti sono stati i bandisti di ogni epoca, i vari maestri, i tanti presidenti, i moltissimi collaboratori. Per tutti un unico fine: far crescere la Banda come soggetto artistico, ma anche come punto di riferimento per le nuove generazioni. E allora buon centenario Banda!
 
 
 
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