19.01.2018 - «La dichiarazione di armistizio ci fu comunicata alle 3 del mattino del 3 novembre. A mezzogiorno, lungo tutto il fronte cessò improvvisamente il fuoco delle artiglierie. Avemmo così la certezza che la notizia dell’armistizio era vera. Lasciammo le postazioni, scendemmo in Val di Terragnolo e ci portammo a Serrada. Alle ore 16, assieme agli altri reparti della Divisione, lasciammo il paese e ci dirigemmo verso Folgaria con l’obiettivo di raggiungere Carbonare e poi Trento, percorrendo la strada della Fricca.
Dal Belvedere vedemmo la stazione della teleferica in fiamme, avvolta da nuvole di fumo. Lingue di fuoco avvolgevano il deposito di munizioni e le granate esplodevano con fragore infernale.
Ma ecco che nei pressi di Costa la lunga colonna fu costretta a fermarsi. Artiglierie, carriaggi e fanterie si ammassarono velocemente, fino a San Sebastiano. Una leggera pioggia cominciò a cadere.
Ci chiedevamo come mai fossimo fermi, poi venimmo a sapere che a Carbonare erano giunti alcuni reparti d’assalto italiani che ci avevano sbarrato il passaggio. Ci impedivano di proseguire per permettere alle loro truppe di raggiungere velocemente Trento. Ci preparammo a un lungo bivacco, accendemmo dei fuochi. Poi verso le 23 altre truppe italiane giunsero dall’altopiano dei Fiorentini. Il generale di brigata italiano, Balanzo, ci disse che eravamo prigionieri e che dovevamo cedere le armi. Ma noi non volevamo cederle. La trattativa durò tutta la notte finché alle prime ore del mattino del 4 novembre tutta la divisione fu disarmata. Ogni resistenza era diventata inutile…».
Liberamente tratto e adattato dal volume Die Tiroler Kaiserjäger im Weltkriege 1914-1918.
L’ULTIMA BATTAGLIA
Negli ultimi giorni di ottobre 1918 la spinta delle truppe italiane sul fronte di Asiago si fece sempre più pressante. Nel tentativo di arginare l’avanzata nemica gli austro-ungarici arretrarono dunque il fronte sull’Alpe Cimbra, attestandosi sulla linea di difesa del maggio 1915.
Nel pomeriggio del 3 novembre tutta la linea fortificata fu sottoposta a un pesante bombardamento. Gli obici dei Forti risposero al fuoco, ma invano. Fu l’ultima battaglia combattuta sull’Alpe. Il duello di artiglieria continuò tutta la notte, dopo di che calò il silenzio. Alle 6 del
mattino del 3 novembre la 48^ Divisione di fanteria inglese avanzò dalla Val d’Assa, occupò Monte Rovere, Luserna e Lavarone, dopo di
che scese in Valsugana, per raggiungere Trento.
Provenienti dall’altopiano dei Fiorentini le truppe italiane occuparono invece Folgaria.
FORTE BELVEDERE
Forte Belvedere, dagli AU chiamato «Werk Gschwent», fu costruito tra il 1909 e il 1912 e costò 2 milioni di Corone. Progettista fu l’ing. Rudof Schneider. Dal febbraio 1915 fino alla fine della guerra fu comandato dal Ten. Anton Perschitz.
La guarnigione sommava a oltre 200 uomini. Nel primo anno di guerra fu colpito da 10.141 proiettili, ma ebbe solo nove morti. Il suo punto di forza era la copertura di cemento, spessa 2,5 m, rinforzata da putrelle d’acciaio da 40 cm.
Il Forte Museo dell’Alpe Cimbra.
Ingresso individuale o con visita guidata. Aperto tutto l’anno con orari differenti a seconda del periodo.
Per info vedi www.fortebelvedere.org.
Visite per gruppi organizzati o visite didattiche per gruppi scolastici vanno concordate con la segreteria.
INFO: ( + 39 349 5025998 direttore@fortebelvedere.org)
LE SETTE FORTEZZE DELL’IMPERATORE
Sette erano le fortezze austro-ungariche che sul fronte dell’Alpe Cimbra fronteggiavano la linea avanzata italiana: Forte Cima Vézzena (1908 m), Forte Busa Verle (1504 m), Forte Lusérn (1549 m), Forte Belvedere Gschwent (1177 m), Forte Cherle (1445 m),
Forte Sommo Alto (1613 m) e Forte Dosso delle Somme (1670 m).
WERK LUSÉRN «il Padreterno»
Migliaia di proiettili italiani colpiscono il Forte. Il 68% raggiunge il bersaglio. Il 40% riesce a penetrare all’interno. Il 28 maggio 1915 il Forte
si arrende, ma poi riprende a combattere. È il «Padreterno»
DAR STAIGE VON GROAZ KRIAGE
Dalle Storie alla Storia, in cimbro «Dar Staige Von Groaz Kriage», il percorso della Grande Guerra. Personaggi che raccontano storie, storie che evocano personaggi. Da Luserna/Lusérn al Forte, per boschi e pascoli, passando per gli avamposti Oberwiesen e Viaz.
Scopri di più