Il Lago di Lavarone, da numerosi anni,riceve il prestigioso riconoscimento dellaBANDIERA BLU, che testimonia la qualitàdel lago e delle sue spiagge, i servizi adisposizione della comunità e degli ospiti,ma anche l’impegno a tutelare e valorizzareal meglio il patrimonio lacustre e naturale.Il lago ha anche una storia illustre,come illustri sono le personalità chenei tempi hanno scelto il Lago diLavarone come luogo prediletto perle vacanze in montagna: fra questi, apartire dall’anno 1900, Sigmund Freud.“Poiché Minna (la cognata, n.d.r.) vollegustare le gioie di una tappa alpina, peruna via di montagna di una bellezzache lasciava senza fiato, raggiungemmoLavarone (1200 m.), un altopiano di latoalla Valsugana, dove trovammo il piùbel bosco di conifere e un’insospettatasolitudine.” cit. Sigmund FreudLa giornata cominciava con una camminatadi tre o quattro ore nei “boschi splendidi” diLavarone; in genere, a queste passeggiatepartecipava tutta la famiglia. Freud indossavail costume tirolese: pantaloni corti con vistose bretelle e un cappello verde con unciuffetto di barba di camoscio da una parte,un bastone con la punta in ferro e, in casodi pioggia, una pelosa mantella da alpino.Aveva un fiuto particolare per i funghi, la suapassione. Gli umidi boschi di Lavarone neerano pieni. Si muoveva solitario, lasciandoil gruppo, e quando li trovava, li coprivacon il cappello e chiamava tutti a scoprire ilgustoso bottino suonando un fischietto. Male spedizioni avevano come obiettivo anchele fragole selvatiche e i mirtilli, e la scopertasenza fine di fiori selvatici rari “con il compitodi identificarli accuratamente, per svago”.E Lavarone fu anche il posto dove feceesperienze nuove e singolari: la prima voltaa bordo di un’automobile grazie all’amicopadovano, lo spettacolo unico del collaudodi una mongolfiera militare sopra il lago, lacena con l’arciduca Francesco Ferdinando.Nonostante queste piacevoli distrazioni,Freud non trascurava la lettura, lo studioe la scrittura. Qui a Lavarone riceveva isuoi allievi, giunti appositamente da Viennaper confrontarsi con il maestro, come peresempio il futuro premio Nobel, RobertBarany. E in questo “caro vecchio rifugio”,compose la “Gradiva”, passeggiando lungo isentieri che costeggiano il lago o meditandosolitario “all’aria aperta, spostandosi da untavolinetto di pietra all’altro”.