04.12.2015 - Sull’Alpe non c’è stagione che non si distingua nel suo lento o veloce passaggio che sia. Inverno, primavera ed estate, gareggiano per rapirci nell’incantesimo. Eppure l’autunno rappresenta qualcosa di diverso, forse perché ci piacerebbe identificarlo nella figura di un eccelso pittore. Ma quale uomo dotato di talento potrebbe vantare una tale abilità? Quale tela sarebbe paragonabile per qualità alla policromia di un bosco autunnale? Impossibile!
Rendersene conto è facilissimo: basta fare una passeggiata in uno dei faggeti dell’Alpe. Si entra in punta di piedi in una dimensione di benessere sconosciuto e altrettanto inusuale. Passo dopo passo il piacere è percepibile e aumenta a tal punto che ogni nostro senso sembra risvegliarsi dal torpore dell’artefatta quotidianità. Complice una quiete fatta di silenzi e suoni soffusi. Poi, di tanto in tanto, una leggera brezza scuote l’equilibrio precario e una nevicata di foglie colorate ricopre il nostro cammino. Sia in alto come in basso il colore è dominante: il giallo, il rosso e il castano, infuocano letteralmente l’atmosfera.
Uscire da questa fantastica beatitudine ci viene quasi suggerito: peccato, non lo vorremmo... Qualche giorno e l’inverno è in arrivo, vicinissimo! Si direbbe, appena dietro l’angolo...
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