08.12.2018 - Sulla coltre di neve che copre gli abeti e i grandi pianori, le slitte trainate dagli husky corrono veloci ragalando al paesaggio sfumature scandinave.
Millegrobbe, sull'Alpe Cimbra, sembra una piccola Lapponia. In questo angolo intatto di Trentino, tra orizzonti sconfinati e distese di boschi, si pratica uno sport nato tra gli sperduti villaggi del Grande Nord: lo sleddog.
L'aria sa di freddo e gli altipiani immacolati sono punteggiati da malghe e piccoli borghi. All'inizio di novembre, la furia del vento e le bombe d'acqua hanno rischiato di compromettere la stagione invernale.
"Certo il maltempo ci ha messo in seria difficoltà, ma la stagione aprirà all'inizio di dicembre, come sempre. Abbiamo ripristinato la strada che arriva da Lastebasse, danneggiata, e le seggiovie colpite dalla tempesta. Gli alberi caduti si trovano invece in boschi lontani dai percorsi turistici", assicura Daniela Vecchiato, direttore dell'azienda Turismo Alpe Cimbra.
Nonostante sia a soli 20 minuti di auto dal casello autostradale di Rovereto, lìAlpe Cimbra, raggiungibile da Folgaria, Lavarone e Luserna, conserva un'atmosfera rarefatta, discosta, che deriva anche dalla sua storia di confine, come testimoniano i forti del primo conflitto mondiale e le postazioni militari della Guerra fredda.
Considerato la capitale italiana di sleddog e sede di importanti campionati, Millegrobbe ospita la Musher Academy della Federazione Italiana Musher Sleddog Sport, la scuola che in due anni insegna a condurre le slitte e a occuparsi in modo permanente dei cani. Correre sulle piste incontaminate è un'esperienza per tutti, grandi e piccini.
"Già dai sei anni i bambini possono salire da soli su slitte trainate da due o tre cani, per una ventina di minuti, mentre i più piccoli vanno con i genitori", spiega l'istruttore Tiziano Ruffo.
Per vivere emozioni simili a quelle dei primi cacciatori di pellicce nelle foreste del Canada, ai quali si deve il termine musher (dall'imperativo March! marciate!), il centro organizza tour di alcune ore, corsi per diventare professionisti e l'Extra Polar, un'uscita di due giorni con pernottamento in tenda invernale. Si fila accanto alle piste di fondo, verso pendii dellìaltopiano di Vezzena e di Malga Campo, sconfinando in Veneto, tra paesaggi che paiono usciti da un racconto di Jack London.
FONDO, NORDIC WALKING E FAT BIKE
E' una natura autentica, fonte di emozioni anche per chi non scia: molti scelgono la montagna per le lunghe passeggiate, escursioni con le ciaspole, per filare con le lamine strette del fondo o per provare le fat bike.
A Millegrobbe si fa tutto: si scia, si corre, si va in bicicletta sulla neve. Da qui si snodano infatti 35 chilometri di piste di fondo, tra facili e agonistiche; cinque hanno l'innevamento programmato e sono predisposte per la tecnica classica e la libera. Con una collegamento di 18 chilometri si arriva fino a Passo Vezzena e con un altro di 21 chilometri al centro fondo di Campolongo, sull'altopiano di Asiago-Sette Comuni.
Da Millegrobbe si dipanano anche percorsi per ciaspole e Nordic Walking, rispettivamente di quattro e otto chilometri, e itinerari per le fat bike, il fenomeno del momento. Con la bici dotata di gomme e cerchioni molto larghi si aprte alla volta del Forte Lusérn (in italiano Luserna) seguendo un percorso ad anello in leggera salita. Al divertimento delle ruote che scorrono sulla coltre candida si unisce l'emozione della storia: il Lusérn è una delle sette fortezze costruite dall'Impero austroungarico al confine con l'Italia.
All'inizio del primo conflitto mondiale fu pesantemente colpito dall'artiglieria italiana: caddero oltre cinquemila proiettili in quattro giorni. Fu issata bandiera bianca della resa, poi ritratta appena giunsero gli aiuti dagli altri forti austriaci. Un episodio che ricorda quanto la guerra sia stata drammatica per i soldati, poco più che ragazzi, mandati tra i monti a combattere e morire, ma anche per gli abitanti: dal forte si apre la vista su Luserna, distrutta dai bombardamenti. Il paese, poi ricostruito, rappresenta l'ultima isola linguistica dove il cimbro, un antico bavarese, viene ancora parlato dal 90 per cento della popolazione.
IN CIASPOLE TRA I VECCHI MISSILI
Al rientro si è accolti da Malga Millegrobbe, sede del centro fondo e punto di noleggio bici. Qui ha trovato spazio anche una locanda con affaccio sulle piste, il Nordic Resort, con cinque camere, un ristorante che invita ad assaggiare ricette locali, come la tagliata di cervo o il canederlo, un centro benessere per dimenticare le tensioni muscolari.
Anche Passo Coe, il valico tra Trentino e Veneto, è ideale per le fat bike. "Si può uscire in sella sulla neve anceh da piccoli", spiegano gli istruttori Dario Ferrari e Stefania Faccini. "Sulle nuove piste di Passo Coe possono pedalare i bambini dagli otto anni in su. Per gli adulti è divertente uscire al buio, passando accanto ai boschi candidi illumitati dai fari delle due ruote". Tra gli itinerari spicca il giro delle Coe, che dal passo scende nella conca innevata attorno al lago omonimo e poi sale fino a toccare la Bocca di Vallorsara, nell'atmosfera alpestre dei dossi delle Coe.
Una curiosità: ci si imbatte negli enormi Nike Hercules (missili antiaerei degli anni Cinquanta) di Base Tuono, che bucano la neve e puntano il cielo. L'ex stazione di lancio, oggi museo, è una testimonianza della Guerra fredda.
Tutt'altra atmosfera all'Osteria Coe, attiva dal 1861, dove ci si riscalda davanti al camino gustando il risotto mantecato al tartufo e scorzone di Vallarsa e la tagliata di vitello con scaglie di Trentingrana.
Nel comprensorio dell'Alpe Cimbra si scia su 104 chilometri di piste, lunghe e panoramiche: l'assenza dei grandi sfondi dolomitici, vanto di altre località trentine, qui regala orizzonti sconfinati tra valli e vette.
"Soprattutto dai 1780 metri di Monte Pioverna" suggerisce Paolo Tezzele, maestro di sci, "La vista spazia dagli altipiani fino alla Marmolada, al Gruppo del Brente, al massiccio del Pasubio, all'Ortles, al Cevedale, al Carè Alto, all'Adamello".
Un carosello, parte dello Skirama Dolomiti Adamello Brenta, con discese facili per principiantie bambini, che trovano scivoli gonfiabili e animatori nei tre baby park di Folgaria e al Neveland di Lavarone, con una divertente slittovia.
Continua Tezzele: "Non mancano piste per i più allenati, tra cui la rossa Salizzona, con una pendenza media piuttosto elevata e un tracciato tecnico spesso usato per gare di gigante e slalom, la nera Agonistica, che ricorda nel nome l'impegno necessario, e l'Avez del Prinzep, chiamata come il maestoso abete bianco che si stagliava con i suoi 60 metri di altezza e 300 anni di età".
Abbattuto nel novembre 2017 da un forte vento. che diede il colpo di grazia a un albero già consumato da un formicaio interno, era un monumento naturale, forse il più alto in Europa, simbolo della bellezza delle foreste frequentate da Mario Rigoni Stern, lo scrittore della neve. Anche qui, tra i moderni impianti di innevamento e di risalita, rimangono le fortezze a testimoniare gli anni di guerra: le rovine di Forte Dosso delle Somme, che svettano sulla cima omonima, il Forte Sommo Alto, accanto alla pista Panoramica, il Forte Cima Vezzena, che per la sua posizione era detto l'occhio degli altipiani.
BAITE, GNOCCHI E FONDUTA
Entrando nel Rifugio Stella d'Italia non s'immagina che sia nato nel 1905 come base per costruzione del vicino bastione Sommo Alto. D'estate è, come i forti, incluso nel sentiero della Pace, il percorso di 520 chilometri che dal Passo Tonale arriva alla Marmolada. D'inverno accoglie il popolo dello sci con ricette rivisitate, come il carpaccio di carne salada, mela e frutti di bosco o le braciole di cervo alle erbe aromatiche.
E' suggestivo di sera, quando si risalgono le piste buie con Claudio Rech, il gestore, alla guida del gatto delle nevi. Di giorno si entra volentieri anche nella Baiti Par Via, un paio di chalet ristrutturati sulla discesa di Valle delle Lanze, già in Veneto. Si assaggiano gli gnocchi con fonduta di formaggio di malga, l'hamburger di mucca sorana, la torta di peree cioccolato. Si può anche pernottare in una delle quattro stanze di legno.
Il luogo più commovente, per lo stato di conservazione e il percorso espositivo, è il Forte Belvedere-Gschwent, l'unico visitabile dei bastioni cimbri. Fu edificato tra il 1909 e il 1912 per controllare la Val d'Astico, che si apre appena sotto.All'interno, filmati, suoni, installazioni multimediali fanno rivivere le atmosfere della difficile vita quotidiana in tempo di guerra.
Una manciata di chilometri separa il forte dal Respiro degli alberi, il nuovo percorso di arte e natura di Lavarone. Il sentiero innevato sale tra faggi, abeti, pini e sculture di legno, create da otto artisti, fra cui Marco Nones e Leonardo Nava, regalando scorci sulla Vigolana, le Dolomiti di Brenta, la Val Centa e il lago di Caldonazzo. E' facile e adatto ai bambini.
All'Alpe Cimbra il divertimento dei più piccoli continua con il programma Family Emotion dei Family Hotel: attività giornaliere che coniugano le esperienze sugli sci con escursioni con le racchette da neve, fiaccolate in notturna, tour con il gatto delle nevi e altre attività . Tra gli hotel, si segnalano La Baita, storico albergo di Fondo Piccolo, con ambienti comuni di design nella nuova ala aperta un anno fa, e il Luna Bianca di Folgaria, dalle camere moderne e con uno scenografico centro benessere all'ultimo piano. Piacevoli anche il Muu Village di Costa, con chalet in legno di gusto contemporaneo, e il Blu Hotel Natura & Spa di Folgaria, realizzato secondo i dettami della bioarchitettura.
Per fare scorta di prelibatezze si va a Lavarone, al Caseificio degli Altipiani e del Vezzena, per il formaggio amato dall'imperatore Francesco Giuseppe; i migliori latticini di capra si acquistano invece al Maso Guez di San Sebastiano, mentre l'Antica macelleria e salumeria Cappelletti di Folgaria, attiva dal 1898, è celebre per speck, prosciutti e pancette. Non si può partire senza gustare le ricette dello stellato Paolo Cappuccio, alla Stua del John,nello storico caffè della famiglia Schonsberg. Il menù unisce l'Alpe al Mediterraneo, con pasta di grani antichi, carne trentina biologica, pesce e crostacei. Il tutto trattato con l'idea di cucina dello chef, sana e leggera. Una modernità che ha radici nel passato. Proprio come l'Alpe Cimbra.
Tratto dalla rivista DOVE
Articolo di Carmen Rolle
APT Alpe Cimbra
Tel. 0464 724100
www.alpecimbra.it - info@alpecimbra.it