29.09.2016 - Siamo partiti in tarda mattinata con la nostra auto armati di un'immensa voglia di andare all'avventura e dopo un'oretta di viaggio siamo arrivati.
Guardia è una frazione del Comune di Folgaria (TN) molto ben raggiungibile sia dal versante veneto che da quello trentino. Vi si può infatti arrivare da Rovereto, da Folgaria in direzione Mezzomonte o da Serrada. Noi, partendo dalla Provincia di Vicenza, abbiamo optato per un giro panoramico: siamo giunti ad Arsiero (VI) e da qui abbiamo imboccato la strada per Posina. Dopo aver percorso tutta la vallata e ammirato i paesini attorno a noi, abbiamo iniziato la salita verso il Passo della Borcola: un passo alpino a 1207 metri s.l.m. che mette in comunicazione la Val Posina con la Val Terragnolo in Trentino.
Proprio qui abbiamo fatto la nostra prima sosta, a dir la verità fuori programma. Quel panorama, un'aria frizzantina, una chiesetta di montagna e una malga ci hanno invitato a fermarci.
Dopo aver parcheggiato l'auto in uno spiazzo vicino ad un pascolo ci siamo messi ad esplorare la zona: prima tappa Chiesetta Alpina. Questa, costruita dal Gruppo Alpini di Terragnolo, si presenta semplice e allo stesso tempo accogliente. I fiori freschi davanti all'altare, vecchie foto e segni di devozione ci hanno fatto restare lì per un po'. Una tranquillità e pace accompagnata dal soffiare del vento che non ci mette alcuna fretta.
Una volta usciti perlustriamo un po' la zona.. e lì vicino abbiamo notato delle testimonianze della Grande Guerra. Bisogna infatti precisare che fino al 1918 questo passo alpino era il confine tra lo stato italiano e quello austriaco. Questo è testimoniato dal fatto che si può notare tutt'oggi quassù una riproduzione su una grande pietra del leone di S. Marco, simbolo del territorio della Repubblica Veneta confinante con il vicino Impero.
I verdi pascoli e i boschi circostanti ci fanno venir voglia di assaggiare i prodotti di questa terra. Decidiamo così di fare una spuntino nella vicina Malga Borcola, da poco ben ristrutturata. Qui, seguiti i consigli dello staff, ordiniamo una tagliere misto con salumi e formaggi, tutto di produzione locale. Finiamo la nostra pausa con una fetta di dolce fatto in casa, ammirando le montagne circostanti, gli animali al pascolo e la leggerezza di quei momenti.
Attimi e gusti autentici che ci accompagneranno per il resto della giornata.
Da qui ripartiamo per la nostra meta, lasciandoci alle spalle il Monte Pasubio e il Monte Maggio, ottime vette per gli appassionati di trekking o muontain bike.
Scolliniamo il passo della Borcola e la vegetazione, insieme all'altitudine, inizia a cambiare: passiamo da boschi prevalentemente d'abete rosso a faggete. Dopo qualche chilometro incrociamo i primi paesi in Provincia di Trento: case arroccate sul versante della montagna come sentinelle per le vallate sottostanti. Ammirando il paesaggio proseguiamo in direzione Serrada, altra frazione del Comune di Folgaria.
Questa cittadina, che al momento ammiriamo solo di passaggio, è conosciuta per essere il paese d'adozione del pittore futurista Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960). Qui l'artista trovò ispirazione e spunto per numerose sue opere, per questo ogni anno si organizza in suo onore la manifestazione “Serrada Futurista”.
L'atmosfera tipicamente montana e l'animo artistico combaciano perfettamente, creando una dimensione del tutto innovativa!
Così, proseguiamo dal centro paese verso Guardia di Folgaria, distante pochi chilometri.
Guardia (875 metri s.l.m.) è la meta adatta per chi ama la natura, la tranquillità e anche l'arte. Questo paese è conosciuto come “Il paese dipinto”, per la presenza di dipinti murali sulle facciate delle abitazioni: risultato di rassegne d'arte murale iniziate nel 1988. Queste opere ci accompagnano infatti durante tutta la nostra passeggiata in paese, regalandoci momenti di riflessione e spunti creativi come una vera e proprio mostra d'arte.
Partiamo così dalla zona più alta del paese e iniziamo ad osservare.
Le strade sono tranquille e tra un'abitazione e l'altra viviamo in prima persona gli attimi di vita di chi ci abita: due anziani che chiacchierano, la fontana in centro paese, un paio di scarponi appoggiati al sole, le legnaie pronte per il prossimo inverno, degli orti e il canto di un gallo. Ammirando poi i dipinti che incontriamo immaginiamo come dev'essere stata la vita qui in passato, con quegli antichi mestieri ormai scomparsi, ma dipinti indelebilmente. Fantastichiamo così sulla casa del falegname, del maniscalco, del postino.. e così via, rendendoci conto di come fossero figure fondamentali nella vita della comunità. Purtroppo oggi queste sono tutte scomparse, soppiantate dalla modernità del fondovalle, lasciando un incredibile vuoto e senso di nostalgia.
Parlando con un gentilissimo signore abbiamo però capito che queste sensazioni appartengono principalmente a noi, noi che visitiamo il paese dall'esterno. Ci ha infatti spiegato come queste condizioni, come la mancanza di negozi o più semplicemente di un supermercato o di un bar, abbiamo reso la loro comunità ancora più forte ed unita. Stiamo infatti parlando di un paesino di 57 anime, persone che mai lascerebbero il loro paese per il caos di una città.
Mancano senz'altro le comodità e i comfort ai quali oggi siamo abituati, ma sicuramente hanno un legame di unità e fratellanza che noi nemmeno immaginiamo.
Per esempio è l'unico paese della zona a praticare il taglio del fieno collettivo, un metodo per evitare di lasciare appezzamenti incolti. Questa pratica, del tutto opera di volontariato, ci fa comprendere la loro unione e indiscutibilmente l'amore per la loro terra. Sentimento che viene manifestato anche nella cura dei giardini, degli orti e di tutto ciò che appartiene al paese.
Siamo rimasti così colpiti, accorgendoci che per noi si è rivelata più una meta “spirituale” che culturale.
Abbiamo così continuato la nostra visita con occhi diversi, andando alla scoperta della meravigliosa cascata dell'Hofentol e della chiesa dedicata a S. Antonio da Padova (inizi '900).
Ci siamo così persi volontariamente tra case e orti, fino a giungere ad un atelier d'artista, Casa Grott, e alla sede della Pro Loco. Qui abbiamo visitato una mostra fotografica sul passato del paese, arricchendo in tal modo la nostra esperienza artistica della giornata. Tra quelle immagini abbiamo scoperto come Guardia abbia origini antiche, ma come abbia avuto un ruolo importante durante la Grande Guerra. Questo territorio era infatti sotto il dominio dell'Impero Austo-ungarico, come tutto il resto del Trentino a quel tempo, e proprio ad esso era affidato il compito di vigilare sul vicino confine italiano. Il paese di Guardia, come dice il nome stesso, era perciò considerato una specie di distaccamento del Castel Beseno (TN), con scopi difensivi e di avvistamento.
Uscendo dalla mostra percepiamo così come sia rimasto in queste persone una briciola di sangue austriaco: la loro forza, il loro orgoglio e anche un pizzico di testardaggine a non voler rinunciare a quel pezzetto di paradiso in cambio della modernità.
Pian piano è giunta l'ora di tornare a casa e, osservando il tramonto verso il vicino Lago di Garda, risaliamo il paese verso il parcheggio. Qui abbiamo notato una grande statua della Madonna rivolta verso il paese, quasi volesse proteggere tra le sue braccia i suoi abitanti. Abitanti che tra la solitudine di quella montagna non saranno mai soli.
Una ricchezza interiore che a chi ha tutto sicuramente manca.
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