Brava Part venne chiamata la strega di Folgaria che trovò domicilio in un antro piuttosto ridotto, nascosto dalla vegetazione e di difficile accesso, situato a sud di Carpenéda nella gola del Rio Cavallo. La leggenda attribuisce alla vecchia megera un caratteraccio che bastava a tener tutti a distanza e l’abitudine di cantare nel tardo pomeriggio, un canto tra l’urlato e il gracidato, privo di intonazione, stridulo: in sostanza raccapricciante. Era la sua arma migliore. Se ne serviva per allontanare gli incauti che si avventuravano lungo l’accidentato greto del Rio Cavallo, zona in cui la Brava Part non voleva intrusi. Il corso del Rio Cavallo (o Ròsspach come lo chiamavano gli antenati cimbri) e l’ampia e ombrosa Foresta della Gòn sono sempre state tra le mete preferite dei ragazzini che in qualche tratto del torrente (nella profonda pozza del Paròl ad esempio) riuscivano anche a fare il bagno. Il richiamo alla presenza della Brava Part era sufficiente a favorire rientri non tardivi; e se qualcuno faceva il temerario fino all’ora del tramonto, il sibilo dell’aria crepuscolare tra le sterpaglie serviva a ricordare il canto della strega ed a invogliare l’immediato ritorno a casa.