18.05.2017 - •Località di partenza: lago Coe – Passo Coe
•Parcheggio: alla località di partenza (molto grande, gratuito)
•Mezzi utilizzati: passeggino da trekking
•Tempo medio: trentacinque minuti circa
•Difficoltà: facile
Arrivati alla sommità di Passo Coe (m. 1610) provenendo da Folgaria, è necessario scendere ancora per circa un chilometro e mezzo sino ad arrivare al bellissimo laghetto che si vedrà comparire alla propria destra: dopo aver parcheggiato l’automobile, eccoci pronti per per questa breve (ma molto intensa!) avventura.
Lago Coe, bacino artificiale completato nel 2011 e necessario per garantire l’innevamento artificiale del comprensorio sciistico di Folgaria, è decisamente molto grazioso: i bimbi adoreranno poter camminare lungo le sue sponde e, perchè no, pucciare anche i piedini!
Gli specchi d’acqua alpini da sempre esercitano grande fascino sui piccolini e partire da qui per una passeggiata sarà molto rischioso dal momento che la fatica per portarli via diverrà enorme…
Ma la promessa è di ritornare, non appena finita la camminata!
La via verso Malga Melegna s’innesta a fianco dell’ingresso al parcheggio ed è contrassegnata da un inequivocabile cartello; dopo appena pochi passi, ecco subito Malga Zonta (non accessibile) che fu teatro di un cruento episodio durante la Seconda Guerra Mondiale (ricordato come eccidio di Malga Zonta) ove, il 12 agosto 1944, 17 persone persero la vita, allineate contro il muro della costruzione e fucilate dai nazisti, che proprio in quei giorni avevano compiuto vari rastrellamenti in zona per “rendere sicure” le vie di comunicazione tra Trentino e Veneto ed eliminare, quindi, i partigiani presenti.
Dopo un doveroso momento di riflessione, possiamo riprendere il nostro cammino: subito la strada, ad una biforcazione, compie un tornante verso sinistra (se invece continuassimo dritto, arriveremmo a Base Tuono, ex base missilistica dell’Aeronautica Italiana e della NATO, attiva tra il 1966 e il 1977 – in piena Guerra Fredda – poi dismessa ed acquistata, nel 2010, dal Comune di Folgaria e trasformata in un museo), allontanandosi sempre di più dal laghetto; ad una nuova curva, ecco che il rettilineo che ci troviamo dinanzi ci farà guadagnare quota senza accorgercene, spingendo il nostro passeggino su un fondo un pochino dissestato (ma, comunque, senza mai far troppa fatica).
Lungo la via, sbirciando a destra, tra le collinette, vedremo anche già la nostra meta…sembra vicinissima, ma c’è ancora un pochino da camminare!
Pian pianino, sempre con una pendenza lieve e costante, si arriverà finalmente ad un bivio: proseguendo dritto, si potrà arrivare sino alla cima del Monte Maggio (m. 1833) dove, fino al 1918, passava il confine italo-austriaco (dalla sua sommità, in giornate particolarmente limpide, si può scorgere il sole riflettersi nel mare della laguna di Venezia); noi invece voltiamo a destra, dove già, in fondo, vediamo le inconfondibili costruzioni che ci fanno capire che siamo quasi giunti a destinazione.
E Malga Melegna (m. 1550) è ormai conquistata! Costruita su un bel panoramico pianoro, consente una bella vista sulle cime e sui prati intorno a Passo Coe; purtroppo non è possibile fermarsi a mangiare, dal momento che è utilizzata esclusivamente per la monticazione: tuttavia, ci si potrà avvicinare per ammirare i cavalli intenti a brucare e le deliziose mucche pezzate!
Anche se Malga Melegna non è aperta per la ristorazione, ciò non significa che non si possa sostare in questi bei luoghi per uno spuntino: i prati vicini invitano a gran voce a mettere la propria tovaglietta sull’erba e godersi un pranzo al sacco di tutto rispetto (non nella zona recintata adibita al pascolo, ad uso del fattore), condito da un panorama verde assai rilassante, l’ideale per riposarsi e lasciare che i bimbi possano sfogarsi correndo un po’ intorno.
E poi via! Si ritorna a Lago Coe, pronti per lasciare che i più piccoli possano divertirsi a lanciare i sassi nell’acqua e magari fare qualche passo lungo il sentiero che ne costeggia le sponde…
Anche se artificiale, il bacino è perfettamente calato nell’area naturale che lo circonda ed anzi, la impreziosisce, donando quel pizzico di magia in più che lo renderà indimenticabile.
Fonte: www.babytrekking.it