18.04.2019 - Un locale di eccellenza, elegante e raffinato, dove scoprire le tante specialità trentine è il Ristorante Lusernarhof nel cuore di Luserna. È ubicato in tre antiche case cimbre recentemente ristrutturate e adibite a ristorante e albergo. Una perla incastonata in un paesaggio magnifico.
Dal 2001 Bruno Zotti con la moglie Dolores Zuccolo sono i proprietari e lo gestiscono assieme ai figli Andrea e Luca. Andrea, con la mamma Dolores, è addetto alla sala ed anche sommelier e per tale motivo consiglia il vino giusto da abbinare ai piatti ordinati, in modo per valorizzarne ancora di più i sapori.
Circa 100 le etichette di punta selezionate da cinque cantine trentine, principalmente rossi che meglio si abbinato ai piatti caldi e forti che Luca con il papà Bruno preparano ai fornelli.
La famiglia Zotti è riuscita a far convivere la tradizione culinaria con l’innovazione, per valorizzare e conservare la propria storia anche nel piatto presentato a tavola in modo sublime. La stagionalità dei prodotti viene sempre rispettata e gli ingredienti sono del posto.
Non mancano mai erbe di campo e di montagna per preparare un pesto al tarassaco o un battuto di germogli di pino con il quale condire le linguine e sentire in bocca il bosco.
Un susseguirsi di sapori genuini con un uso sapiente delle spezie fresche che racchiudono nel piatto i profumi dell’Alpe Cimbra, grazie all’indiscutibile bravura di Bruno e Luca in cucina. Andrea è sempre pronto a spiegare i piatti del menù dall’aspetto coreografico.
Si può aprire il pasto con una selezione di speck trentino, insalata di sedano, pistacchi e croccante alla segale, sorbetto ai gewürzgurken fatto cioè con i cetrioli sottaceto, per “pulire la bocca” e proseguire con il primo piatto.
Per qualcosa di diverso si può assaggiare una spuma di ricotta del caseificio degli Altipiani del Vèzzena accompagnata con un pesto di tarassaco dal sapore dolce amaro con crostino al miele di melata che è un arbusto tipico della zona.
Profumata pasta all’uovo ripiena fatta in casa, che come tante piccole culle contengono il formaggio vèzzena vecchio di malga (presidio Slow Food), accompagnate da croste di polenta e funghi porcini confit.
Un piatto immancabile sono le pappardelle rustiche all’uovo, sempre fatte in casa, con porcini freschi che un tempo passato erano una fonte di sostentamento.
Il tortél di patate, poi, che ogni valle prepara in modo diverso con ricette tramandate. Sono delle patate grattugiate e cotte sulla griglia da farcire con speck, formaggi o verdure. Non si può dire di essere stati in Trentino se non lo si assaggia.
A seguire treccia di diaframma di morbidissimo manzo alla griglia contornato da ketchup di rapa rossa e polenta di patate che qui chiamano Patàtana -pult.
Per un finale pieno di dolcezza bisogna assaggiare la Patatata Korschentz caramellata. Un “dolce” antico che di solito si preparava nel periodo più freddo dell’anno e allietava le serate. E’ una pinza a base di patate, fichi e uvetta. Il profumo che sprigiona, racconta Andrea, gli fa ricordare la nonna accanto al focolare. La cucina povera di una volta sapeva inventare cose buone per riscaldare il cuore ai bimbi. La patatata va servita calda con una spolverata di zucchero semolato e accompagnata da un sorbetto alle prugne e cannella.
Irrinunciabile il sorbetto di fine pasto. Anche questo fatto in casa con frutta e verdura lavorata al momento della perfetta maturazione. Ogni giorno gusti e abbinamenti cambiano per stupire sempre l’ospite.
Il locale è suggestivo non molto grande ma molto curato. Circa 45 coperti che d’estate diventano circa 50 di più in quanto si aggiungono i tavoli apparecchiati nella terrazza esterna che si affaccia sull’ampia vallata, che fu teatro di aspri combattimenti nella Grande Guerra.
Data la posizione, chi deciderà di pernottare in albergo potrà godere di tranquillità e di un panorama mozzafiato. Infatti vi sono 8-10 camere con formula Bed & Breakfast aperte però solo in estate. Davvero un locale eccezionale che vale, da solo, il viaggio per arrivare qui.
Al termine della cena si capisce il significato di “il cibo è un piacere”. Anzi qui sembra una esperienza sensoriale e un viaggio nella cucina cimbra in chiave moderna dove tutti i sapori tipici trentini sono rimasti.
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