11.09.2019 - Un tempo Folgaria, nata geologicamente all’ombra del Monte Cornetto, del Dosso del Sommo e della Costa D’Agra e Monte Coston, oggi attraversato da una moltitudine di sentieri ma anche di impianti per lo sci invernale, affondava le radici nella ricca e variegata cultura cimbra di cui, purtroppo, oggi si sono perse quasi del tutto le tracce. Sopravvivenze di questa cultura si possono trovare ancora negli antichi riti religiosi e nei toponimi, anche se ormai sull’orlo della dimenticanza. Così come si sono dimenticate le storie legate a quella che un tempo era l’economia prevalente, quella silvo-pastorale (le greggi di pecore andavano a svernare nel Mantovano), quella del carbone di legna e del commercio di legname. Questo territorio apparentemente così vicino alla valle dell’Adige è in realtà raggiungibile soltanto con strade secondarie: sia quella che sale da Rovereto tramite il paese di Besenello o per la val di Terragnolo oltrepassando il centro di Serrada, sia per quella che si dilunga da Trento attraverso il Passo della Fricca. Ma forse proprio per questo “isolamento” la Magnifica Comunità di Folgaria”, una delle prime comunità medioevali a livello europeo, ha mantenuto un suo certo carattere e dignità. La comunità raggruppa le vicinie, oggi frazioni, di Costa, Serrada, Guardia (l’antica Ward), Mezzomonte, San Sebastiano, Carbonare, Nosellari.
Le malghe di Folgaria e delle sue frazioni, nel 1900, erano 10 ed ospitavano 1500 bovini. Nel 1974 ammontavano a 19: malga Parisa, del Sommo/Schwenter, Mora, Fontanelle, Coe, Melignetta (o Milegnetta), Melegna, Zonta (demolita nel 1955 per far posto ad una base Nato), Piovernetta, Pioverna alta, Ortesino, Vallorsara, Lastebasse prima posta, Lastebasse seconda posta, Pra Bertoldo, Grimen, Clama, Cornetto di fuori e Cornetto di dentro. Ad eccezione della malga Sommo che apparteneva agli Spilzi di Costa, le altre erano tutte comunali. Una quantità considerevole se pensiamo al numero di abitanti. Il latte veniva condotto, fin dal 1905, presso il caseificio sociale di Folgaria, sorto vicino al cimitero, a valle del paese, oppure in quelli turnari delle frazioni, come Costa. Nelle malghe si produceva soltanto la ricotta fresca. Altri caseifici sorsero poi nelle frazioni ma ben presto dovettero accentrarsi per essere produttivi e concorrenti sul mercato. Al caseificio le famiglie si disputavano la scotta, il siero del latte, residuo della lavorazione del formaggio. Con quel siero i maiali crescevano in fretta.
ACCESSO STRADALE per MALGA VALLORSARA
Malga Vallorsara si raggiunge in auto da Rovereto, via Besenello, proseguendo per Folgaria fino al Passo del Sommo (m 1341). A questo passo si arriva anche da Trento dirigendosi per Carbonare attraverso il Passo della Fricca e poi a destra. Dal Passo si svolta a destra fino al grande parcheggio di Malga Ortesino (3 km dal passo). Dopo 100 m nuovamente a destra per la strada forestale che in 2 km porta all’Agritur di malga Vallorsara. Punto di partenza/arrivo Maso Spilzi (m 1274), subito dopo Folgaria, poco prima del Passo del Sommo, ampio parcheggio.
Una delle testimonianze architettoniche più interessanti è sicuramente lo stallone seicentesco di malga Ortesino (= piccolo orto, ortesin, m 1453, ancora oggi monticata con mucche da latte), proprietà un tempo del conte Fermo Martini, venduta nel 1925 al comune di Folgaria, toccata nel nostro percorso verso malga Vallorsara. Il tragitto non a caso fa parte delle proposte del locale museo etnografico di Maso Spilzi. Si tratta di un elemento importante nella storia del paesaggio alpestre dell’altopiano, testimoniato già nel 1860: è una costruzione in pietra a vista, mirabilmente innalzata con una tecnica elementare ma profondamente sapiente, con unica volta a botte, lunga ben 41m x 11, inserita nel terreno. Il manufatto rientra di diritto nei Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento anche per la sua atipicità tipologica.
Questa immensa distesa di boschi, alternata a pascoli, vedeva le incursioni di una moltitudine di orsi che, da sempre, qui avevano trovato il loro habitat naturale. I nomi di Malga Vallorsara, Bocca di valle Orsara, Bus de la Nef di Val Orsara, Valle Orsara, sono le testimonianze della loro presenza (Valle degli Orsi: nome di caccia, forse per trappole tese agli orsi).
Condividevano lo spazio con il solito sabanel, con l’orco, con la donna Berta e con l’uomo selvaggio (Bilmon- Wildmann). Poi c’era anche lei, la vecchia sdentata, la Trott, quella che passava da maso a maso, da malga a malga, spaventando i bambini, terrorizzando le bestie, facendo venir meno il latte o mandandolo in malora, inacidendo i contenitori pieni di pregiato latte. Invece la donna Berta, moglie dell’omo selvadego, era la protettrice di tutte le buone famiglie e si dimostrava particolarmente bendisposta nei confronti di quelle che le portavano rispetto e non la facevano arrabbiare. Guai, infatti, alle famiglie che la offendevano e la disprezzavano. A queste, da quel momento, andava tutto storto e perfino le mucche non davano più latte. Se però queste famiglie si riappacificavano con Berta, e soltanto in questo caso, oppure per benedizione divina, le cose ritornavano come prima. Inutilmente, quando c’erano i temporali e le saette imperversavano tra queste foreste, scosse dal rimbombo dei tuoni, i pastori e i cacciatori sparavano in aria, cercando di colpire le streghe che passavano schiamazzando, dirette a qualche loro sabba.
La malga Vallorsara, meta del nostro itinerario, è una cascina oggi completamente ristrutturata. Di proprietà comunale, svolge la funzione di agritur oltre che di stalla (è monticata con bestiame da latte, ci sono maiali, asini, pecore). È testimoniata nel 1932 come Maso di Vallorsara ora detto I Francolini (Dizionario Topografico Tridentino). Ma è sicuramente più antica perché già nel 1355 si cita la presenza di Ancius q. Rosati de Valorsaria de Folgaria.
MASO SPILZI
Maso Spilzi si trova in località Costa, a 2,5 km da Folgaria in direzione Carbonare. Edificato nella seconda metà del XVIII secolo dalla famiglia degli Spilzi rappresenta un esempio unico e originale di insediamento alpestre, una sorta di miscuglio tra residenza signorile e complesso fortificato. Appartiene oggi alla Magnifica Comunità di Folgaria. Ospita il Club House del vicino campo golf, un ristorante, e due percorsi multimediali, il primo dedicato ai Biotopi e alle foreste, collegandosi al vicino biotopo di Echem, e il secondo dedicato alle Tracce dell’uomo sulla neve. Percorsi visitabili nei mesi di luglio e agosto. Comune di Folgaria tel. 0464667243.
PERCORSO
Da Maso Spilzi, sulla destra una strada forestale – indicazioni per “Rifugio Stella d’Italia” – ci conduce fino alla Malga Mora (m 1453, monticata con ovini). Subito dopo prendiamo sulla sinistra il Sentiero della Pace che ci conduce al famoso stallone della malga Ortesino (m 1453) e alla suddetta malga. Nei pressi troviamo il ristorante Ortesino (Tel. 0464 721374) e la partenza degli impianti di risalita. Un sentiero di recente allestimento ci conduce fino alla malga Vallorsara, m 1511 (indicazioni “Malga Vallorsara”).
Tempi: 3 ore, andata e ritorno
Dislivello: 300 metri circa