03.03.2016 - È UNA BELLA GIORNATA DI SOLE IN CUI TI SEMBRA DI STARE IN PARADISO.
Infatti ti trovi sulla spiaggetta orientale del Lago di Lavarone in uno stato di quiete assoluta. Non sai ancora se sia giunto il momento di concederti un tuffo nelle cristalline acque o cedere all’invitante sguardo ricevuto poco più in là. Ma nello stesso istante, sulla sponda opposta, sta per accadere qualcosa di anomalo: delle figure aliene si stanno radunando sotto un gigantesco gonfiabile con due tori disegnati sopra. Cosa sarà mai, un attacco dalla galassia? Non perdo tempo e faccio subito il giro del lago. Incontro una di queste persone dalle sembianze anfibie, il quale mi spiega che si tratta di una gara di triathlon, un appuntamento sportivo a cui non bisogna mancare, sia come atleta che come spettatore: la soddisfazione è assicurata. Inoltre apprendo che è una disciplina olimpica basata su 3 prove senza soluzione di continuità: una di nuoto, una di ciclismo e un’ultima di run.
Uno sparo dà il via alla competizione, gli uomini rana entrano in acqua tutti assieme in un travolgente ribollio di schizzi e bracciate. 1500 sono i metri da fare a nuoto fra le boe. Come l’altra gente corro anch’io per arrivare nella zona cambio, dove gli atleti si tolgono la muta e saltano in sella alla propria bicicletta. È un momento clou: il fragore del tifo ti coinvolge oltremodo. Il pit-stop è veloce e anche i 40 km di strade che percorrono passano in fretta. C’è solo un’ultima prova, i 10 km di corsa suddivisi in due giri. Si corre nuovamente nei pressi del lago, oggi protagonista e ombelico del mondo, gli atleti sfilano uno ad uno davanti agli occhi. Non c’è che dire; sto assistendo ad uno spettacolo nello spettacolo, è un evento fantastico... mi piacerebbe raccontarlo agli amici.