01.08.2018 - “Centinaia di fiori in primavera, la luna in autunno, la brezza fresca d’estate, la neve in inverno. Se non occupi la tua mente in inutili cose, ogni stagione è per te una buona stagione”. Così diceva il maestro zen Wumen Huikai, regalandoci uno dei tanti aforismi che tutti noi oggi amiamo condividere sulle pubbliche bacheche di Facebook. Tra coloro che riescono a trovare del buono in ogni stagione che l’Alpe Cimbra offre c’è Andrea Incani, ragazzo dallo sguardo pacifico ma sveglio, studente di filosofia e pastore.
Ora che è finito il tempo degli amori e della mungitura delle sue capre – le simpatiche e permalose Bionde dell’Adamello, ognuna con il suo nome – Andrea ha deciso di “impiegare” il gregge in passeggiate d’alta quota che fanno divertire da matti i bambini e aiutano gli adulti a ritrovare il contatto con la natura. “La gente cerca la genuinità” mi dice Andrea, che ha appena realizzato il sogno di aprire un negozio per la vendita di prodotti caprini proprio di fronte al maso Guez, la dimora di famiglia. “Qui proviamo a mantenere vive le tradizioni degli avi e la loro storia”.
E di storia tra queste montagne se ne respira. La si apprende senza libri ma a dorso di una bici fiammante, una strepitosa e-bike di ultima generazione che riesce a condurre senza fatica un comodo come me lungo il Sentiero dell’Acqua, fino al Forte Sommo Alto, a 1613 metri di quota. Questa struttura, oggi abbandonata ma visitabile in sicurezza, è una delle sette fortificazioni fatte costruire a partire dal 1907 dal comando austriaco tra Cima Vezzana e i rilievi di Serrada, in previsione dello scontro militare con l’Italia ai confini meridionali dell’Impero.
Tutta un’altra storia, è davvero il caso di dirlo, si rivive al Forte Belvedere-Gschwent, il “principe” dei forti cimbrici, che oggi ospita un percorso espositivo e installazioni multimediali che fanno rivivere le atmosfere della vita quotidiana in tempo di guerra. Realizzato tra il 1909 e il 1912 su progetto del capitano Rudolf Schneider, il Belvedere garantiva un controllo totale sulla Val d’Astico e sulle strade di accesso alla frazione di Carbonare, grazie a mura di cemento spesse 2,5 metri e a una guarnigione di oltre 200 uomini. Nonostante il forte fosse stato letteralmente incavato nella montagna, subì nei primi giorni di guerra pesanti bombardamenti che provocarono alcuni morti, ma rimase sempre saldamente in mano austriaca. Oggi è incluso nel Sentiero della Pace: 520 chilometri di percorso dal Passo del Tonale alla Marmolada, tra boschi e malghe, trincee e casematte, lungo un tracciato che collega su una linea ideale i luoghi che interessarono il fronte italo-austriaco durante la Prima guerra mondiale.
Poco distante spunta Lavarone con il suo lago omonimo, attrezzato per la balneazione e la pesca, lungo le cui rive Sigmund Freud passeggiò durante un breve soggiorno in Italia nel 1900. In una missiva alla moglie Martha – contenuta nelle sue Lettere di Viaggio. Soprattutto dall’Italia – il fondatore della psicanalisi ricorda “L’accoglienza e il trattamento premuroso, la buona cucina, la tranquillità preziosa” di questi luoghi, rammaricandosi di doverli abbandonare per proseguire il suo viaggio verso Sud.
A un pugno di chilometri da Lavarone c’è Luserna, l’ultima isola dove viene parlata la lingua cimbra, antico dialetto tedesco portato su questi altipiani dai coloni bavaresi attorno all’anno mille. Per evitarne l’estinzione, il cimbro viene ancora oggi insegnato nell’asilo nido e nella scuola materna di Luserna. Insieme alla Magnifica Comunità di Folgaria – titolo onorifico di cui ancora oggi questo paese si fregia per aver in passato lottato contro il potere della famiglia Trapp in difesa dei privilegi di comunità indipendente – Lavarone e Luserna formano un’oasi di resistenza alle tentazioni della modernità nonché un’alternativa, valida in ogni stagione, ai nomi altisonanti delle Dolomiti.
Queste montagne offrono d’inverno 100 chilometri di piste innevate su cui praticare sci, snowboard e fat bike; la primavera è perfetta per scorrazzare in mountain bike tra i boschi o per praticare trekking d’alta quota; l’estate è la stagione eletta per il Shinrin-yoku, meglio noto come forest bathing, pratica giapponese che usa il potere terapeutico degli alberi per migliorare il benessere psicofisico. Infine l’autunno, periodo in cui ammirare il foliage lungo il Sentiero dell’Immaginario, alla scoperta dei colori, degli odori e delle leggende cimbre.
Dove mangiare
Lusernarhof (via Tezze, 43, Luserna. Cell. +39 3471824006). Albergo ristorante ricavato dalla ristrutturazione di tre case cimbre, con vista mozzafiato sulla vallata. Soluzione perfetta per gustare la migliore cucina trentina in zona.
Dove dormire
Muu Village (Via Negheli, Costa, Folgaria. Tel. +39 046472065). Struttura ideale per trascorrere qualche giorno sull’Alpe Cimbra all’insegna del benessere e del relax. Presente anche un’area welness con sauna, bagno turco e piscina. Se la sera non volete uscire optate per il ristorante del Villaggio, l’Alpe: ottima la cucina tradizionale.
Informazioni
Azienda per il turismo Alpe Cimbra
info@alpecimbra.it
www.alpecimbra.it
Pubblicato su https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/30/vacanze-in-trentino-alla-scoperta-dellalpe-cimbra-unoasi-tra-natura-e-tradizione/4524680/