Il sito dove ora sorge Castel Vigolo era occupato in epoche preistoriche da un castelliere.
Si pensa che questo castelliere, come quello in località Castellar a sud di Bosentino servisse come luogo di rifugio estremo di nuclei di popolazioni primitive nell’età del Bronzo (1.500 – 900 a. C.) ed anche nell’Età del Ferro (900 – 100 a.C.), ma anche come sedi fortificate dove insediarvisi a lungo e non solo nel momento del pericolo.
Si pensa che in epoca romana questo castelliere assumesse già la connotazione di un insediamento fortificato in quanto sotto la vecchia torre vi passava la strada di collegamento tra Trento e la Valsugana.
La proprietà dell’insediamento (castello) è stata per lungo tempo dei paesani, i cosiddetti “vicini”.
Il castello in epoca tardo medioevale ricadeva ancora nel territorio del Principato Vescovile di Trento ed era concesso in uso ai vicini che contraccambiavano questa libertà con il versamento dei tributi previsti dalle REGOLE.
Con l’avvento di Federico II di Svevia il potere Vescovile nel timore che il castello potesse essere affidato a nobili fedeli all’imperatore, ne affidò la giurisdizione ad una nobile famiglia locale di provata fedeltà al Vescovo.
Per la nomina dei rappresentanti del clero l’intero territorio faceva capo alla diocesi di Feltre mentre per la nomina dei nobili signori reggenti alla diocesi di Trento.
Nel 1477 la famiglia Tabarelli de Fatis di Terlago si impossessò del castello. L’attuale fisionomia del castello è dovuta a ricostruzioni risalenti al XV e XVII secolo e poco resta della configurazione medioevale eccetto la torre, perchè il castello andò soggetto ad attacchi e demolizioni parziali soprattutto nel XIII secolo ad opera degli Ezzelini.