Una bella passeggiata lungo il Torrente Centa, fra ruderi, cascate e distese di ghiaia lungo l’antica strada del Lanzino.
Nella valle del torrente Centa, proprio lungo la strada che collega Centa San Nicolò a Caldonazzo, è stato realizzato un percorso immerso nel verde e illustrato con pannelli didattici che descrivono flora, fauna e storia del luogo.
Passeggiando, a diretto contatto con le acque del torrente, si possono ammirare i segni lasciati dalla storia dell’uomo, che per secoli ha usato la forza dell’acqua per far girare le ruote delle segherie e dei mulini.
Il percorso didattico ha valorizzato le bellezze naturali presenti sul nostro territorio ed ha permesso il recupero di manufatti ed edifici storici, testimoni del passato.
Il percorso didattico
“Lasciati guidare dal rumore dell’acqua e passeggia lungo questo sentiero dove pietre antiche raccontano un brano di storia, dove vegetazione e rocce secolari sussurrano la vita delle genti che un tempo percorrevano il tuo stesso cammino.
Qui, per lungo tempo, l’acqua del Centa con la sua forza ha messo in movimento le ruote di mulini e segherie, fonti di sostentamento.
Uno spaccato di tradizione popolare che ti aiuterà a conoscere e ricordare.”
È con con questa frase che si apre il percorso didattico che valorizza il luogo e la sua storia.
Una ruota di una macchina ad acqua e la frase “a spasso ascoltando l’acqua”, sono i loghi che contrassegnano l’itinerario.
Una serie di pannelli, poche bacheche per non essere troppo invasivi e leggii, accessibili anche ai bambini delle scuole, disposti lungo l’asse del torrente Centa, permettono di scoprire le particolarità di un luogo poco conosciuto ma molto bello dal punto di vista naturalistico e storico.
Qui i ruderi di quegli edifici che un tempo muovevano “con le loro ruote” l’economia della zona, accompagnano a ritroso il visitatore fino al tempo delle genti che vivevano e lavoravano in questa zona.
I pannelli sono stati realizzati graficamente in modo semplice e chiaro, riportando informazioni naturalistiche, storiche, testimonianze orali e uno spoglio di documenti d’archivio appartenenti alla Sat Centa del 1960.
Il tutto rielaborato graficamente in modo da creare un itinerario storico naturalistico che possa essere accessibile alle famiglie ma anche alle scuole.
I ragazzi, accompagnati in questa passeggiata, potranno venire a conoscenza di ciò che succedeva in questa zona e delle trasformazioni che la storia ha impresso a questo territorio, del perché vi erano mulini e segherie e di come il paesaggio si sia trasformato nel tempo che corre inesorabile anche qui, dove i massi sono depositari di un brano di storia tutta da scoprire.
Il sentiero che costeggia il torrente Centa era infatti l’antica strada del Lanzino, nel Medioevo unica via di collegamento tra Trento e Vicenza.
La strada sterrata conduce ad una salita che si innalza a fianco della briglia artificiale del “Molin Novo” dove si trovano i ruderi di una segheria ad acqua e poco distante i ruderi di un antico mulino con forno del pane.
Lungo il percorso sono inoltre visibili i ruderi di vari edifici simili che risalgono ai secoli scorsi. Alzando gli occhi si possono ammirare la spettacolare cascata del “Valampach”, emissario sotterraneo del lago di Lavarone e la centenaria cascata artificiale del “Po Alt”, arrivando alla località “Coto” con i ruderi di un’osteria e di un mulino.
La Valle del Centa è uno spaccato nella storia geologica dell'Alta Valsugana, dal basamento cristallino antichissimo fino alle più recenti rocce sedimentarie che si ritrovano sulle vette della Vigolana, in evidenza sia dalle forme del paesaggio, sia dallo studio di ciottoli e massi rinvenibili nell'ampio alveo del torrente, in cui, scorrendo la clessidra casuale del tempo geologico si leggono lontani e più recenti avvenimenti e le forme di vita dei mari del passato, testimoniate dai fossili.
Ma l’avventura non finisce qui: il parco è inserito in un contesto naturale meraviglioso e tutto da scoprire in una vallata ricca di scorci incontaminati e selvaggi, con spiagge di bianca ghiaia che vengono bagnate dalle limpide acque del torrente Centa.
Questo percorso storico-culturale diventa anche una semplice ma suggestiva passeggiata tra ruderi e acqua che scorre, da fare in una bella giornata, ricordandosi di portare con sé il costume da bagno.
Si cammina lungo la strada sterrata che costeggia il torrente per arrivare fino al parco avventura Acropark, da cui si prosegue per un sentiero che passa in un bosco di abeti rossi. Il sentiero è semplice e percorribile anche con il passeggino, ma è bellissimo prendere la via impervia e camminare a piedi nudi nell’acqua gelida.
I più piccoli si divertiranno a giocare con l’acqua lungo il greto del torrente, imitati dagli adulti che qui avranno l’occasione di tornare un po’ bambini.
Il Torrente Centa offre a chi lo percorre delle straordinarie bellezze, dalla sua sorgente, a quota mille metri, a poca distanza da Carbonare, il suo cammino si stende tortuoso verso nord est per 12 km, fino al suo sbocco nel fiume Brenta, in prossimità di Levico, con un dislivello totale di 600 m.
Breve è il suo tranquillo cammino nell’attraversare un piccolo bosco prima di lasciarsi scivolare lungo una scarpata rocciosa.
A dargli potenza scendono dalla Valle della Fricca le gelide acque scaturite dai nevai del Becco di Filadonna. (citazione Germano Martinelli, 1960).
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