L’incantevole paesaggio dell’Altopiano della Vigolana, racchiuso tra i massicci della Vigolana a sud/ovest e della Marzola a nord/ovest, è rappresentato da ampi prati e boschi rimasti immutati nel tempo, grazie alla generosità della natura ed è un balcone naturale dal quale ammirare panorami alpini, vallate e laghi.
I boschi sono popolati di pini, faggi, abeti e larici, mentre il sottobosco si profuma di fiori – ciclamini, rododendri, mughetti e orchidee – e in autunno è ricco di funghi porcini e castagne.
I boschi sono popolati di pini, faggi, abeti e larici, mentre il sottobosco si profuma di fiori – ciclamini, rododendri, mughetti e orchidee – e in autunno è ricco di funghi porcini e castagne.
In estate si manifesta la cordialità e l’ospitalità della gente attraverso le numerose feste campestri, le sagre paesane, i concerti e le manifestazioni che le associazione di volontariato propongono.
In inverno si passeggia sulla neve con le ciaspole, aspettando l’arrivo del Natale che si preannuncia con l’allestimento degli alberi, dei presepi e dei caratteristici mercatini.
L’Altopiano della Vigolana è un angolo di relax nel cuore del Trentino, meta ideale in ogni stagione per rigenerarsi fisicamente e mentalmente.
La storia
I primi insediamenti umani avvennero circa 3500 anni fa. La storia dell’Altopiano è riconducibile a quella dell’arco alpino orientale: i Reti furono il primo popolo a stabilirsi creando villaggi di pastori sedentari.
Numerosi furono i vari eserciti di passaggio: i Romani, che ci lasciarono la Via Claudia Augusta, i Barbari, i Longobardi e i Franchi; poi la zona fu dominata dai Principi Vescovi di Trento. Risale al 1496 la “Carta di Regola” di Vigolo, primo esempio della nascita di una comunità.
L’Altopiano dovette affrontare le invasioni napoleoniche, che portarono pesanti disagi.
Con il Congresso di Vienna le condizioni migliorarono, ma la crisi economica della seconda metà del 1800 obbligò quasi un terzo degli abitanti all’emigrazione.Anche le due grandi guerre ebbero il loro tributo di sangue e di morti.
Oggi l’Altopiano della Vigolana è uno dei territori del Trentino orientale più ameni e piacevoli in cui vivere e da visitare.
L’Altopiano, grazie ai monti che lo circondano e che lo riparano dai venti freddi, ha un clima mite ed ha un’altezza media di 700 m.s.l.m.
L’Altopiano della Vigolana è un angolo di relax nel cuore del Trentino, meta ideale in ogni stagione per rigenerarsi fisicamente e mentalmente.
La storia
I primi insediamenti umani avvennero circa 3500 anni fa. La storia dell’Altopiano è riconducibile a quella dell’arco alpino orientale: i Reti furono il primo popolo a stabilirsi creando villaggi di pastori sedentari.
Numerosi furono i vari eserciti di passaggio: i Romani, che ci lasciarono la Via Claudia Augusta, i Barbari, i Longobardi e i Franchi; poi la zona fu dominata dai Principi Vescovi di Trento. Risale al 1496 la “Carta di Regola” di Vigolo, primo esempio della nascita di una comunità.
L’Altopiano dovette affrontare le invasioni napoleoniche, che portarono pesanti disagi.
Con il Congresso di Vienna le condizioni migliorarono, ma la crisi economica della seconda metà del 1800 obbligò quasi un terzo degli abitanti all’emigrazione.Anche le due grandi guerre ebbero il loro tributo di sangue e di morti.
Oggi l’Altopiano della Vigolana è uno dei territori del Trentino orientale più ameni e piacevoli in cui vivere e da visitare.
L’Altopiano, grazie ai monti che lo circondano e che lo riparano dai venti freddi, ha un clima mite ed ha un’altezza media di 700 m.s.l.m.
L’Altopiano, grazie ai monti che lo circondano e che lo riparano dai venti freddi, ha un clima mite ed ha un’altezza media di 700 m.s.l.m.
Dal 1 gennaio 2016 i quattro comuni che componevano l’altopiano si sono uniti per diventare un unico comune: Altopiano della Vigolana.
I quattro comuni sono diventati ora quattro località – Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro – paesi soleggiati che godono di uno splendido panorama sulla Valsugana, sulla valle dell’Adige e sulle Alpi centro orientali, con il gruppo del Brenta in primo piano.
Sono piccole realtà che conservano ancora nell’architettura e nello stile di vita le tradizioni di un tempo, unendole ai comfort moderni e alla fortuna della vicinanza con le città, i laghi e le montagne del Trentino.
L’Orsa della Vigolana, antico proverbio in dialetto trentino
"Fin che gh'è l'orsa sula Vigolana, non sta cavàr la maia de lana"
(traduzione: "Fin che c'è l'orsa sulla Vigolana, non togliere la maglia di lana")
Usato principalmente nel capoluogo trentino, il detto fa riferimento alla maestosa figura dell’orsa che nel periodo invernale è visibile sulla parete settentrionale della Vigolana.
l netto contrasto cromatico che si delinea tra il candore della neve e i toni scuri della formazione rocciosa spicca nettamente sul massiccio montuoso nel lungo periodo della stagione fredda.
I trentini sono molto legati all’orsa della Vigolana, infatti la percezione della sua sagoma denota il persistere dell’inverno e delle correnti d’aria fredda che scendono a valle.
Con lo scioglimento delle nevi l’orsa va via via scomparendo, ed è questo il segnale che il rigido inverno sta per concludersi e che la primavera è alle porte!