Koaferpickel - Kofelpickl, toponimo tedesco-cimbro, identifica il rilievo roccioso su cui fu costruito dalla Comunità di Folgaria il Casóm, nei documenti storici citato come “caseta dei Saltari”. Il dosso dei Saltari è citato nel 1490 in un inventario dei beni della chiesa parrocchiale di San Lorenzo, mentre come “la caseta dei Saltari” appare nel 1603 nel testamento di Pietro Carpentari di Mezzomonte. La posizione strategica del Casóm permetteva al Saltèr di controllare a vista i vigneti che si estendevano tra Mezzomonte di sopra e Mezzomonte di sotto e di pernottare al coperto avendo il conforto di un giaciglio, di una lanterna e di un fuoco per riscaldarsi. La figura della guardia campestre, localmente detta Saltèr (Saltaro nei documenti) è propria di una secolare tradizione legata alla gestione comunitaria dei boschi e delle campagne: la sua funzione principale era quella di prevenire i furti di legname o, come nel caso del versante mezzomontano, di evitare nei campi la sottrazione di pali dai filari o il furto dell’uva. Aveva altresì il compito di far rispettare le regole che disciplinavano lo svolgimento della vendemmia e di multare i trasgressori.
In un documento del 1864 l’edificio appare in condizioni precarie, poi rimesso in funzione. Negli anni 1956–1957, ultimo Saltèr comunale per Mezzomonte e la valle del Rosspach è stato Arturo Carpentari (1906–1994). Restaurato dal Comune di Folgaria nel 2019, svolge ora la funzione di piccola quanto originale area espositiva, costituita su due livelli, una scarsa decina di metri quadrati in totale.