17.11.2017 - E' merito (o colpa) delle temperature particolarmente miti di quest'autunno se a novembre il Trentino è ancora acceso dei colori del foliage.
Per inseguirli, macchina fotografica alla mano, si parte dal Parco Nazionale dello Stelvio, in particolare dalla Val di Rabbi (in località Còler) dove, a circa 1900 metri di altitudine, fra i sassi sotto i quali si nascondono le gallerie delle marmotte, svettano 23 giganteschi patriarchi del bosco: la storia del Due Vite, del Lares del Giulio e della Tana, solo per citare i più famosi, si leggono sui cartelli informativi salendo i 700 gradini della Scalinata dei larici monumentali, appena dopo ol Prà di Saènt.
Mano a mano che l'aria si fa più frizzante le escursioni scendono di quota. Sull'altopiano di Fai della Paganella, in località Seraia, ci si addentra in un bosco di faggi, lungo un sentiero ad anello quasi tutto pianeggiante che diventa quasi un percorso sensoriale, tra i colori del fogliame, i profumi della terra inumidita da gorgoglianti ruscelli, il suono rilassante delle numerose cascatelle.
Oppure ci si sposta ancora più a sud, a Lavarone, per ascoltare Il respiro degli alberi appagando anche gli occhi lungo il percorso tematico: lo sguardo spazia, infatti, dalla vicina Vigolana alle Dolomiti, dalla Val di Centa alla Valsugana e al lago di Caldonazzo. L'itinerario intreccia natura e arte. Con la seconda che reinterpreta la prima, vedi il caso dell'installazione Radicati liberi di Marco Nones, un cono formato dalla sovrapposizione di radici, oppure la esplora, come fa Aldo Pallaro che con Virtuosa natura va alla scoperta di cosa c'è oltre la corteccia. fino a invitare i visitatori a fermarsi a meditare in un nido sicuro costruito con rami di vitalba, il rifugio segreto firmato Giampaolo Osele.
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