03.01.2019 - Sei nato e cresciuto in una famiglia, la famiglia di Silvano Gheser, in cui lo sci era a tavola come il pane. Una costante. Molto di più di uno sport e di una passione. Prima maestro di sci, poi allenatore e il traguardo più alto Istruttore Nazionale. Cosa serve per arrivare cosi in alto?
Posso senz’altro affermare che la fortuna più grande per me è stata proprio quella di essere cresciuto ed educato in un contesto famigliare dove lo sport è sempre stato una disciplina di vita, prima che una ricerca della performance; dove il movimento e l’esercizio fisico venivano associati al vivere di tutti i giorni in maniera molto spontanea. Senz’altro tutto ciò è stato di fondamentale importanza per approcciare nella maniera più giusta e naturale alla mia attività, prima da atleta e poi da “tecnico”. Credo che i traguardi e le soddisfazioni che ho raggiunto e avuto io, siano sicuramente alla portata di tanti, con la dovuta dedizione, passione e con un pizzico in più di tenacia nel voler raggiungere gli obiettivi prefissati.
La tua parola d’ordine sembra essere “non fermarsi mai”! Professionalmente continui a ricercare nuovi stimoli e nuove sfide. Oggi sei impegnato nel mettere a punto un sistema protettivo D-air® della prestigiosa azienda Dainese per proteggere gli specialisti della discesa libera e del super G. Quanto è complicato tradurre le sensazioni dei grandi campioni in input tecnologici?
Vi devo confidare che l’attività che sto svolgendo adesso è stato un “treno” inaspettato che è passato quasi per caso ed ho quindi deciso di prendere al volo, senz’altro grazie ad un caro amico che da anni si occupava di questo prima di me… come si dice, essere nel posto giusto al momento giusto… e poi, ahimè, l’età avanza anche per me per pensare di “tirare” solo tante curve, non è vero?! Spero sia l’inizio di una nuova bella avventura anche se non vi nascondo che non è facile “trovare la quadra” in uno sport che ha così tante variabili come lo sci. Diverse tipologie di piste, tracciati, salti, neve, velocità, la diversità di movimenti nella sciata tra gli atleti stessi sono tutte componenti di cui bisogna assolutamente tenere conto. Per Dainese ovviamente è un grande punto di forza avere tanti anni d’esperienza nel motociclismo prima, poi nello sci in campo maschile e adesso anche in quello femminile; ma allo stesso tempo è una sorta di “missione” cercare sempre di migliorarsi nella messa a punto di sistemi così sofisticati per dare un aiuto in materia di sicurezza!
Una curiosità e una domanda che molti di noi si pongono: quanto ancora la tecnologia e la ricerca potranno cambiare le performance?
Si sa che tutto il mondo avanza in maniera frenetica in ogni campo, e sicuramente per quanto riguarda il mondo dello sci quello che in questi ultimi anni ha condizionato l’aumento della prestazione sono stati alcuni fattori principalmente: l’uso di materie prime sempre più prestanti nella costruzione degli sci e la preparazione minuziosa dello stesso materiale, la condizione migliore della neve che viene sempre trattata, la preparazione fisica sempre più meticolosa e finalizzata e quindi la tecnica che di conseguenza viene affinata. È tutto in continuo sviluppo e in continua ricerca e credo che si troverà anche in questo campo sempre qualcosa di nuovo; posso confidarvi che sentirsi addosso una sorta di corazza quale l’airbag, per molti atleti è stimolo psicologico a ricercare ancora di più il limite… ma l’obiettivo fondamentale di Dainese resta quello di cercare di dare sempre di più un aiuto agli atleti velocisti in materia di sicurezza.
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